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1 Libro Samuele
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Primo libro di Samuele: NOTA INTRODUTTIVA,I libri di Samuele comprendono la storia degli inizi del regno del popolo di Israele: dalla sua origine fino alla fine del regno di Davide. Essi non sono da considerarsi una storia in senso rigorosamente moderno, poiché non narrano tutto, né connettono logicamente i diversi episodi su cui si soffermano. Ecco un piccolo quadro storico per ambientare la narrazione. Ai tempi dei Giudici, ciascuna tribù israelita si reggeva da sola, con governo proprio. L’unione tra le tribù era quasi esclusivamente religiosa. Alla fine del periodo dei Giudici, tuttavia, si profilò all’orizzonte una grave pericolo: l’invasione dei Filistei provenienti dall’Asia Minore. Per affrontare il pericolo si pensò all’unità di tutte le tribù sotto un unico capo che venne chiamato re. In un primo momento i Filistei venenro respinti, ma poi sconfissero gli israeliti e tagliarono in due il piccolo e nuovo regno israelita. Sulla parte sud del regno venne riconosciuta l’autorità di Davide, mentre nel nord quella di Ishbaal. Davide all’inizio passò come un vassallo dei Filistei, ma poi insorse, venne riconosciuto re anche dalle tribù del nord e sconfisse i Filistei. Tutte le tribù del regno vennero così riunite sotto un unico re. Tuttavia neppure sotto Davide vi fu mai una vera e propria unità nazionale. Infatti dopo la morte del diretto successore di Davide, il regno venne nuovamente diviso. Sotto l’aspetto religioso il libro presenta un enorme interesse, poiché ogni fatto e ogni personaggio si prestano a considerazioni profonde su verità fandamentali religiose e morali. Il punto centrale di tutta l’opera e il fine che l’autore sembra essersi proposto è uno sviluppo mgggiore e più determinato dell’idea Messianica.
Capitolo 1
[1] C’era un uomo di Ramatàim, un Sufita delle montagne di Èfraim, chiamato Elkanà, figlio di Ierocàm, figlio di Eliu, figlio di Tocu, figlio di Suf, l’Efraimita. [2] Aveva due mogli, l’una chiamata Anna, l’altra Peninnà. Peninnà aveva figli, mentre Anna non ne aveva. [3] Quest’uomo saliva ogni anno dalla sua città per prostrarsi e sacrificare al Signore degli eserciti a Silo, dove erano i due figli di Eli, Ofni e Fineès, sacerdoti del Signore. [4] Venne il giorno in cui Elkanà offrì il sacrificio. Ora egli soleva dare alla moglie Peninnà e a tutti i figli e le figlie di lei le loro parti. [5] Ad Anna invece dava una parte speciale,poiché egli amava Anna, sebbene il Signore ne avesse reso sterile il grembo. [6] La sua rivale per giunta l’affliggeva con durezza a causa della sua umiliazione, perché il Signore aveva reso sterile il suo grembo. [7] Così avveniva ogni anno: mentre saliva alla casa del Signore, quella la mortificava; allora Anna si metteva a piangere e non voleva mangiare. [8] Elkanà, suo marito, le diceva: «Anna, perché piangi? Perché non mangi? Perché è triste il tuo cuore? Non sono forse io per te meglio di dieci figli?». [9] Anna si alzò, dopo aver mangiato e bevuto a Silo; in quel momento il sacerdote Eli stava seduto sul suo seggio davanti a uno stipite del tempio del Signore. [10] Ella aveva l’animo amareggiato e si mise a pregare il Signore, piangendo dirottamente. [11] Poi fece questo voto: «Signore degli eserciti, se vorrai considerare la miseria della tua schiava e ricordarti di me, se non dimenticherai la tua schiava e darai alla tua schiava un figlio maschio, io lo offrirò al Signore per tutti i giorni della sua vita e il rasoio non passerà sul suo capo». [12] Mentre ella prolungava la preghiera davanti al Signore, Eli stava osservando la sua bocca. [13] Anna pregava in cuor suo e si muovevano soltanto le labbra, ma la voce non si udiva; perciò Eli la ritenne ubriaca. [14] Le disse Eli: «Fino a quando rimarrai ubriaca? Smaltisci il tuo vino!». [15] Anna rispose: «No, mio signore; io sono una donna affranta e non ho bevuto né vino né altra bevanda inebriante, ma sto solo sfogando il mio cuore davanti al Signore. [16] Non considerare la tua schiava una donna perversa, poiché finora mi ha fatto parlare l’eccesso del mio dolore e della mia angoscia». [17] Allora Eli le rispose: «Va’ in pace e il Dio d’Israele ti conceda quello che gli hai chiesto». [18] Ella replicò: «Possa la tua serva trovare grazia ai tuoi occhi». Poi la donna se ne andò per la sua via, mangiò e il suo volto non fu più come prima. [19] Il mattino dopo si alzarono e dopo essersi prostrati davanti al Signore, tornarono a casa a Rama. Elkanà si unì a sua moglie e il Signore si ricordò di lei. [20] Così al finir dell’anno Anna concepì e partorì un figlio e lo chiamò Samuele, «perché – diceva – al Signore l’ho richiesto». [21] Quando poi Elkanà andò con tutta la famiglia a offrire il sacrificio di ogni anno al Signore e a soddisfare il suo voto, [22] Anna non andò, perché disse al marito: «Non verrò, finché il bambino non sia svezzato e io possa condurlo a vedere il volto del Signore; poi resterà là per sempre». [23] Le rispose Elkanà, suo marito: «Fa’ pure quanto ti sembra meglio: rimani finché tu l’abbia svezzato. Adempia il Signore la sua parola!». La donna rimase e allattò il figlio, finché l’ebbe svezzato. [24] Dopo averlo svezzato, lo portò con sé, con un giovenco di tre anni, un’efa di farina e un otre di vino, e lo introdusse nel tempio del Signore a Silo: era ancora un fanciullo. [25] Immolato il giovenco, presentarono il fanciullo a Eli [26] e lei disse:«Perdona, mio signore. Per la tua vita, mio signore, io sono quella donna che era stata qui presso di te a pregare il Signore. [27] Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho richiesto. [28] Anch’io lascio che il Signore lo richieda: per tutti i giorni della sua vita egli è richiesto per il Signore». E si prostrarono là davanti al Signore.