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2° Libro delle Cronache
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Secondo libro delle Cronache; NOTA INTRODUTTIVA, I due libri delle Cronache sono giunti a noi con due nomi differenti: “Paralipomeni” e “Cronache”. Il primo nell’origine indicava il contenuto dei due libri: “i libri delle cose omesse”; una raccolta di ciò che l’autore dei libri dei Re avrebbe omesso; il secondo nome è la traduzione del titolo ebraico “Dibre hayyamim”, “parole dei giorni”, cioè cronache. Più propriamente potrebbero entrambi essere intitolati: “La storia della dinastia di Davide, detentrice della promessa divina”. In questi libri la sovranità universale di Dio è sottolineata di continuo. Dio, però, non è isolato nella sua onnipotente maestà, ma dirige e governa il mondo secondo i suoi fini.
Capitolo 1
[1] Salomone, figlio di Davide, si affermò nel regno. Il Signore, suo Dio, era con lui e lo rese molto grande. [2] Salomone mandò ordini a tutto Israele, ai comandanti di migliaia e di centinaia, ai magistrati, a tutti i prìncipi di tutto Israele e ai capi di casato. [3] Poi Salomone e tutta l’assemblea con lui si recarono all’altura di Gàbaon, perché là si trovava la tenda del convegno di Dio, eretta da Mosè, servo del Signore, nel deserto. [4] Ma Davide aveva fatto salire l’arca di Dio da Kiriat-Iearìm nel luogo che aveva preparato per essa, perché egli aveva innalzato per essa una tenda a Gerusalemme. [5] L’altare di bronzo, opera di Besalèl, figlio di Urì, figlio di Cur, era là, davanti alla Dimora del Signore. Salomone e l’assemblea vi andarono per consultare il Signore. [6] Ivi Salomone salì all’altare di bronzo davanti al Signore, presso la tenda del convegno e vi offrì sopra mille olocausti.[7] In quella notte Dio apparve a Salomone e gli disse: «Chiedimi ciò che vuoi che io ti conceda». [8]Salomone disse a Dio: «Tu hai trattato Davide, mio padre, con grande amore e mi hai fatto regnare al suo posto. [9] Ora, Signore Dio, si avveri la tua promessa fatta a Davide, mio padre, perché mi hai costituito re su un popolo numeroso come la polvere della terra. [10] Ora concedimi saggezza e scienza, perché io possa guidare questo popolo; perché chi governerebbe mai questo tuo grande popolo?». [11] Dio disse a Salomone: «Poiché questo ti sta a cuore e poiché non hai domandato né ricchezza né beni né gloria né la vita dei tuoi avversari e neppure una lunga vita, ma hai domandato per te saggezza e scienza per governare il mio popolo, su cui ti ho costituito re, [12] saggezza e scienza ti saranno concesse. Inoltre io ti darò ricchezza, beni e gloria, quali non ebbero mai i re prima di te e non avranno mai quelli dopo di te». [13] Salomone poi dall’altura che si trovava a Gàbaon tornò a Gerusalemme, lontano dalla tenda del convegno, e regnò su Israele. [14] Salomone radunò carri e cavalli; aveva millequattrocento carri e dodicimila cavalli da sella, distribuiti nelle città per i carri e presso il re a Gerusalemme. [15] Il re fece sì che a Gerusalemme l’argento e l’oro abbondassero come le pietre, e rese il legname di cedro tanto comune quanto i sicomòri che crescono nella Sefela. [16] I cavalli di Salomone provenivano da Musri e da Kue; i mercanti del re li compravano in Kue. [17] Essi facevano venire e importavano da Musri un carro per seicento sicli d’argento, un cavallo per centocinquanta. In tal modo ne importavano per fornirli a tutti i re degli Ittiti e ai re di Aram. [18] Salomone decise di costruire una casa al nome del Signore e una reggia per sé.