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Capitolo 23
[1] Nell’anno settimo Ioiadà, sentendosi sicuro, mandò a prendere i comandanti delle centinaia, cioè Azaria, figlio di Ierocàm, Ismaele, figlio di Giovanni, Azaria, figlio di Obed, Maasia, figlio di Adaià, ed Elisafàt, figlio di Zicrì, e concluse un’alleanza con loro. [2] Percorsero Giuda e radunarono i leviti da tutte le città di Giuda e i capi dei casati d’Israele;essi vennero a Gerusalemme. [3] Tutta l’assemblea concluse un’alleanza con il re nel tempio di Dio. Ioiadà disse loro: «Ecco il figlio del re. Deve regnare come ha promesso il Signore ai figli di Davide. [4] Questo è ciò che dovrete fare: la terza parte di voi che inizia il servizio di sabato, sacerdoti e leviti, farà la guardia alle porte; [5] un altro terzo starà nella reggia e un terzo alla porta di Iesod, mentre tutto il popolo starà nei cortili del tempio del Signore. [6] Nessuno entri nel tempio del Signore, se non i sacerdoti e i leviti di servizio: costoro vi entreranno, perché sono santi; tutto il popolo osserverà l’ordine del Signore. [7] I leviti circonderanno il re, ognuno con l’arma in pugno, e chiunque tenti di entrare nel tempio sia messo a morte. Saranno con il re in tutti i suoi movimenti». [8] I leviti e tutti quelli di Giuda fecero quanto aveva comandato il sacerdote Ioiadà. Ognuno prese i suoi uomini, quelli che entravano in servizio il sabato e quelli che smontavano il sabato, perché il sacerdote Ioiadà non aveva licenziato le classi uscenti. [9] Il sacerdote Ioiadà consegnò ai comandanti di centinaia lance, scudi grandi e piccoli, già appartenenti al re Davide, che erano nel tempio di Dio. [10] Dispose tutto il popolo, ognuno con l’arma in pugno, dall’angolo destro del tempio fino all’angolo sinistro, lungo l’altare e l’edificio, in modo da circondare il re. [11] Fecero uscire il figlio del re e gli consegnarono il diadema e il mandato; lo proclamarono re. Ioiadà e i suoi figli lo unsero e acclamarono: «Viva il re!». [12] Quando sentì le grida del popolo che acclamando correva verso il re, Atalia si presentò al popolo nel tempio del Signore. [13] Guardò, ed ecco che il re stava presso la colonna all’ingresso, i comandanti e i trombettieri circondavano il re, mentre tutto il popolo della terra era in festa e suonava le trombe. I cantori, con gli strumenti musicali, intonavano i canti di lode. Atalia si stracciò le vesti e gridò: «Congiura, congiura!». [14] Il sacerdote Ioiadà fece uscire i comandanti delle centinaia, preposti all’esercito, e disse: «Conducetela fuori in mezzo alle file e chiunque la segue venga ucciso di spada». Il sacerdote infatti aveva detto: «Non uccidetela nel tempio del Signore». [15] Le misero addosso le mani e lei raggiunse la reggia attraverso l’ingresso della porta dei Cavalli e là essi l’uccisero. [16] Ioiadà concluse un’alleanza tra sé, il popolo tutto e il re, affinché fosse il popolo del Signore. [17] Tutto il popolo entrò nel tempio di Baal e lo demolì, ne fece a pezzi gli altari e le immagini e ammazzò Mattàn, sacerdote di Baal, davanti agli altari. [18] Ioiadà affidò la sorveglianza del tempio ai sacerdoti e ai leviti, che Davide aveva diviso in classi per il tempio, perché offrissero olocausti al Signore, come sta scritto nella legge di Mosè, fra gioia e canti, secondo le disposizioni di Davide. [19] Stabilì i portieri alle porte del tempio, perché non vi entrasse nessun impuro per qualsiasi motivo. [20] Prese i comandanti di centinaia, i notabili e quanti avevano autorità fra il popolo, come anche tutto il popolo della terra, e fece scendere il re dal tempio del Signore. Attraverso la porta superiore lo condussero nella reggia e lo fecero sedere sul trono regale. [21] Tutto il popolo della terra era in festa e la città rimase tranquilla: Atalia era stata uccisa con la spada.