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Capitolo 33
[1] Quando divenne re, Manasse aveva dodici anni; regnò cinquantacinque anni a Gerusalemme. [2] Fece ciò che è male agli occhi del Signore, secondo gli abomini delle nazioni che il Signore aveva scacciato davanti agli Israeliti. [3] Costruì di nuovo le alture che suo padre Ezechia aveva demolito, eresse altari ai Baal, fece pali sacri, si prostrò davanti a tutto l’esercito del cielo e lo servì. [4] Costruì altari nel tempio del Signore, riguardo al quale il Signore aveva detto: «A Gerusalemme porrò il mio nome per sempre». [5]Eresse altari a tutto l’esercito del cielo nei due cortili del tempio del Signore. [6] Fece passare i suoi figli per il fuoco nella valle di Ben-Innòm, si affidò a vaticini, presagi e magie, istituì negromanti e indovini. Compì in molte maniere ciò che è male agli occhi del Signore, provocando il suo sdegno. [7] Collocò l’immagine dell’idolo, che aveva fatto scolpire, nel tempio di Dio, riguardo al quale Dio aveva detto a Davide e a Salomone, suo figlio: «In questo tempio e a Gerusalemme, che ho scelto fra tutte le tribù d’Israele, porrò il mio nome per sempre. [8] Non permetterò più che il piede degli Israeliti erri lontano dal suolo che io ho destinato ai vostri padri, purché si impegnino a osservare tutto quello che ho comandato loro,secondo tutta la legge, gli statuti e i decreti comunicati per mezzo di Mosè». [9] Manasse spinse Giuda e gli abitanti di Gerusalemme a fare peggio delle nazioni che il Signore aveva estirpato davanti agli Israeliti. [10] Il Signore parlò a Manasse e al suo popolo, ma non gli prestarono attenzione. [11] Allora il Signore mandò contro di loro i comandanti dell’esercito del re assiro; essi presero Manasse con uncini, lo legarono con catene di bronzo e lo condussero a Babilonia. [12] Ridotto in tale miseria, egli placò il volto del Signore, suo Dio, e si umiliò molto di fronte al Dio dei suoi padri. [13] Egli lo pregò e Dio si lasciò commuovere, esaudì la sua supplica e lo fece tornare a Gerusalemme nel suo regno; così Manasse riconobbe che il Signore è Dio. [14] In seguito, egli costruì il muro esterno della Città di Davide, a occidente del Ghicon, nella valle fino alla porta dei Pesci, e circondò l’Ofel, e lo sollevò a notevole altezza. In tutte le fortezze di Giuda egli pose comandanti dell’esercito. [15] Rimosse gli dèi degli stranieri e l’idolo dal tempio del Signore, insieme con tutti gli altari che egli aveva costruito sul monte del tempio del Signore e a Gerusalemme, e gettò tutto fuori della città. [16] Restaurò l’altare del Signore e offrì su di esso sacrifici di comunione e di lode e comandò a Giuda di servire il Signore, Dio d’Israele. [17] Tuttavia il popolo continuava a sacrificare sulle alture, anche se lo faceva in onore del Signore, suo Dio.[18] Le altre gesta di Manasse, la preghiera al suo Dio e le parole che i veggenti gli comunicarono a nome del Signore, Dio d’Israele, ecco sono descritte negli atti dei re d’Israele. [19] La sua preghiera e come fu esaudito, tutta la sua colpa e la sua infedeltà, le località ove costruì alture, eresse pali sacri e immagini scolpite prima della sua umiliazione, sono descritte negli atti di Cozài. [20] Manasse si addormentò con i suoi padri, lo seppellirono nel suo palazzo e al suo posto divenne re suo figlio Amon. [21] Quando divenne re, Amon aveva ventidue anni; regnò due anni a Gerusalemme. [22] Egli fece ciò che è male agli occhi del Signore, come Manasse, suo padre. Amon offrì sacrifici a tutti gli idoli eretti da Manasse, suo padre, e li servì. [23] Non si umiliò davanti al Signore, come si era umiliato Manasse, suo padre; anzi Amon aumentò le sue colpe. [24] I suoi ufficiali congiurarono contro di lui e l’uccisero nel suo palazzo. [25] Ma il popolo della terra colpì quanti avevano congiurato contro il re Amon e proclamò re, al suo posto, suo figlio Giosia.