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Orizzonti di fede: L’orgoglio
Gli orizzonti di fede si aprono solo quando il cuore si svuota dell’orgoglio, poiché esso è il principale ostacolo alla vera comprensione di sé e degli altri. L’orgoglio è un muro che impedisce la riflessione, ci rende prigionieri di noi stessi e ci separa dagli altri. È una forza che alimenta l’illusione di autosufficienza, soffoca l’umiltà e impedisce di riconoscere i nostri errori.
Nella fede, il superamento dell’orgoglio è essenziale per avvicinarsi alla verità. Solo chi ha il coraggio di spogliarsi dell’ego e riconoscere la propria fragilità può trovare la via della crescita spirituale. L’orgoglio chiude la mente e il cuore, mentre l’umiltà li apre alla grazia, alla saggezza e all’amore.
L’orizzonte della fede non è un cammino per chi vuole primeggiare o imporsi, ma per chi è disposto a mettersi in discussione, a guardarsi dentro con sincerità e ad ascoltare la voce di Dio. Fino a quando l’orgoglio domina, il nostro malessere persiste, perché esso ci condanna a un’eterna lotta contro noi stessi e contro il prossimo. Solo quando scegliamo di lasciarlo andare, possiamo iniziare a vedere oltre l’illusione e aprirci alla vera luce.
l’orgoglio è proprio la causa principale:
L’orgoglio è la causa principale dei conflitti, piccoli e grandi, fino a generare conseguenze disastrose. È il veleno che alimenta litigi, divisioni e persino guerre. Lo si vede chiaramente nella politica, nella società e nella vita quotidiana: quando una persona viene smascherata nella sua colpevolezza assoluta, invece di riconoscere l’errore, sceglie di difendere il proprio ego fino all’estremo, anche a costo di negare l’evidenza.
L’orgoglio come arma di autodistruzione
Molti leader, anche dopo essere stati condannati o riconosciuti colpevoli senza ombra di dubbio, si aggrappano al proprio orgoglio come se fosse l’ultima difesa contro la verità. Invece di ammettere le proprie colpe e affrontare le conseguenze con dignità, continuano a mentire, a manipolare, a cercare giustificazioni impossibili, trascinando con sé altre persone nell’inganno. L’orgoglio diventa così un’arma di autodistruzione che non colpisce solo chi lo usa, ma anche chi gli sta intorno.
Dall’orgoglio alla rovina
Non è raro vedere politici o figure pubbliche che, pur avendo sbagliato gravemente, preferiscono attaccare gli altri piuttosto che riconoscere i propri errori. L’orgoglio li spinge a negare la realtà, a costruire teorie del complotto, a ribaltare la colpa sugli avversari o sul sistema. Questo atteggiamento non solo danneggia la loro stessa credibilità, ma avvelena la società, generando sfiducia, rabbia e divisione.
Esempi concreti nella storia
La storia è piena di esempi in cui l’orgoglio ha portato alla rovina intere nazioni. Molti conflitti sono scoppiati perché leader accecati dall’orgoglio hanno rifiutato compromessi o riconciliazioni. Anche nelle piccole realtà, l’orgoglio è la causa di guerre personali, di famiglie distrutte, di amicizie spezzate.
La verità come unica via d’uscita
Ammettere un errore richiede coraggio, ma chi riesce a superare l’orgoglio trova una pace che chi persiste nella menzogna non avrà mai. La vera grandezza non sta nel difendere a oltranza il proprio ego, ma nel riconoscere la propria umanità, fatta di imperfezioni e di possibilità di redenzione. L’orgoglio crea catene, la verità le spezza.
Orgoglio la minaccia che non vede orizzonti umani
L’orgoglio è una minaccia silenziosa, invisibile, ma devastante. Esso non conosce orizzonti umani perché chi ne è prigioniero non riesce a vedere oltre se stesso. Ma c’è un momento in cui l’orgoglio si dissolve: quando si è soli, senza distrazioni, o accanto alla propria famiglia. È in quei momenti che il peso dell’orgoglio svanisce e lascia spazio a una sensazione di leggerezza, di autenticità, di pace. Se riflettete bene, vi accorgerete che la serenità che cercate da sempre è proprio quella che l’orgoglio vi ha sempre impedito di avere.
Esempi di orgoglio nella vita quotidiana:
Osservare l’anima delle persone nella vita quotidiana
Quando vado al supermercato, al bar, a fare benzina, a passeggio, al ristorante o in qualsiasi altro luogo, anche in vacanza, ho sviluppato un’abitudine che amo particolarmente: osservare le persone. Non in modo superficiale, ma cercando di cogliere ciò che si cela dentro di loro. È qualcosa su cui mi sono allenato nel tempo, e sebbene non sia semplice, non è neanche impossibile.
Prendiamo ad esempio il supermercato, un luogo dove il comportamento umano emerge con grande evidenza. Qui tutti hanno fretta, sono concentrati sui propri acquisti e spesso sembrano quasi in competizione con il tempo. Alle casse, la tensione si percepisce chiaramente: basta che la cassiera impieghi qualche secondo in più per un prezzo illeggibile, e gli sguardi si alzano al cielo, le espressioni si induriscono, i pensieri di impazienza affiorano sulle labbra.
Il vero volto dell’impazienza
Osservando queste scene, vedo quanto la fretta e la mancanza di pazienza siano diventate nemiche delle persone. Aspettare il proprio turno sembra un’impresa insopportabile, quasi uno stress insensato. A peggiorare la situazione, c’è la scarsa educazione, che rende il quadro ancora più complesso. Ma guardando ancora più in profondità, colgo qualcosa di più: vedo sofferenza. Vedo persone stanche, diffidenti, incapaci di vivere il momento con serenità. Vedo solitudine, vedo orgoglio.
Non tutti sono così, certo, ma una buona parte sì. E quel senso di pesantezza che avverto dentro di loro è reale. Ciò che si legge nei loro occhi si manifesta poi nei gesti: sospiri di impazienza, movimenti nervosi, espressioni tese.
Il test: una piccola provocazione per risvegliare l’umanità
A volte, quasi per gioco, mi piace fare un piccolo test per capire se la mia percezione è reale. Cerco di rompere quel muro di tensione con una semplice frase o un gesto amichevole.
Se la cassiera si allontana per un minuto a causa di un problema con il prezzo di un prodotto, sorrido e dico a voce alta, ma con leggerezza: “Tranquilli, usciremo tutti prima della chiusura delle 19:30!” La reazione è immediata: alcuni sorridono, altri rispondono con una battuta, e il clima, per un attimo, si scioglie.
Un altro esempio: se una persona, magari anziana, impiega più tempo a raccogliere la spesa, la tensione nella fila cresce. Allora, anche se sono l’ultimo della fila, dico educatamente e con un sorriso: “Vuole una mano?” Di solito, la risposta è un gentile rifiuto, ma il punto non è aiutare davvero, è osservare la reazione degli altri.
E qui accade qualcosa di interessante: negli sguardi delle persone noto un cambiamento. Alcuni realizzano, forse per la prima volta, che stavano davvero provando fastidio per un semplice minuto di attesa. Qualcuno si sente quasi “scoperto” e abbassa lo sguardo. Altri sussurrano frasi come: “È vero, che fretta abbiamo?”
Liberarsi dall’orgoglio, ritrovare la felicità
Ecco come siamo ridotti, cari miei: schiavi dell’impazienza, vittime dell’orgoglio, incapaci di accettare il tempo così com’è. Ma c’è una via d’uscita.
Liberatevi di tutto ciò che vi appesantisce, rinnovate voi stessi. Siate più leggeri, più umani, più attenti a chi vi sta accanto. E vi accorgerete che la felicità, quella vera, non si trova nella corsa costante contro il tempo, ma nella capacità di vivere ogni momento con serenità.
Esempi pratici ridurre o far scomparire l’orgoglio:
Per ridurre o far scomparire l’orgoglio, è necessario un percorso di consapevolezza, umiltà e apertura verso gli altri. Ecco alcuni modi concreti per lavorare su questo aspetto, con esempi pratici:
1. Riconoscere i propri limiti
Esempio: Se sbagli in una discussione, invece di cercare giustificazioni o insistere per avere ragione, fermati e rifletti: “Ho davvero considerato il punto di vista dell’altro? Posso aver commesso un errore?” Ammettere un errore non è segno di debolezza, ma di maturità.
2. Accettare le critiche senza difendersi
Esempio: Se qualcuno ti fa notare un difetto o un comportamento sbagliato, invece di rispondere con rabbia o orgoglio (“Non è vero!” o “Tu non sei meglio di me!”), prova a dire: “Grazie per il tuo punto di vista. Ci rifletterò.” Questo atteggiamento aiuta a crescere interiormente.
3. Servire gli altri con sincerità
Esempio: Aiutare qualcuno senza aspettarsi riconoscimenti riduce l’ego. Se vedi una persona in difficoltà, offriti di aiutarla senza vantarti. Ad esempio, se un collega ha problemi con un lavoro, aiutarlo senza aspettarti gratitudine o lode ti libera dall’orgoglio.
4. Perdonare e chiedere scusa
Esempio: Se hai avuto un litigio, invece di aspettare che sia l’altro a fare il primo passo, sii tu a chiedere scusa con sincerità, anche se pensi di avere ragione. Dire “Mi dispiace se ti ho ferito, non era mia intenzione” aiuta a sciogliere il proprio orgoglio e a costruire rapporti più autentici.
5. Accettare di non essere sempre al centro
Esempio: In una conversazione, invece di cercare sempre di parlare di te e delle tue esperienze, ascolta veramente gli altri. Se qualcuno racconta un successo, non cercare di superarlo con una storia migliore, ma sii felice per lui. Dire “Sono davvero contento per te, raccontami di più!” è un segno di umiltà.
6. Pregare e meditare sulla propria fragilità
Esempio: Ogni giorno, dedicare un momento alla preghiera o alla riflessione per riconoscere che tutto ciò che abbiamo è un dono, e non un nostro merito. Dire: “Dio, aiutami a essere umile e a riconoscere che senza il Tuo aiuto non sono nulla” può aiutare a ridimensionare l’ego.
7. Accettare di essere sbagliati senza vergogna
Esempio: Se fai un errore sul lavoro o in famiglia, invece di cercare di nasconderlo o di dare la colpa agli altri, dillo apertamente: “Ho sbagliato, e farò del mio meglio per rimediare.” Questo non solo ti libera dall’orgoglio, ma guadagna anche il rispetto degli altri.
L’orgoglio non scompare in un giorno, ma con piccoli passi quotidiani si può ridurre, permettendo di vivere con più serenità e autenticità.Fatevi una promessa, fatevi un regalo: non permettete all’orgoglio di governarvi. Imparate ad ascoltare le persone che vi circondano, osservatele con attenzione, senza giudizio, e capirete quanto l’orgoglio renda
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