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2° Libro Samuele
Leggi o ascolta la Bibbia, capitolo per capitolo
Secondo libro di Samuele; NOTA INTRODUTTIVA, I libri di Samuele comprendono la storia degli inizi del regno del popolo di Israele: dalla sua origine fino alla fine del regno di Davide. Essi non sono da considerarsi una storia in senso rigorosamente moderno, poiché non narrano tutto, né connettono logicamente i diversi episodi su cui si soffermano. Ecco un piccolo quadro storico per ambientare la narrazione. Ai tempi dei Giudici, ciascuna tribù israelita si reggeva da sola, con governo proprio. L’unione tra le tribù era quasi esclusivamente religiosa. Alla fine del periodo dei Giudici, tuttavia, si profilò all’orizzonte una grave pericolo: l’invasione dei Filistei provenienti dall’Asia Minore. Per affrontare il pericolo si pensò all’unità di tutte le tribù sotto un unico capo che venne chiamato re. In un primo momento i Filistei vennero respinti, ma poi sconfissero gli israeliti e tagliarono in due il piccolo e nuovo regno israelita. Sulla parte sud del regno venne riconosciuta l’autorità di Davide, mentre nel nord quella di Ishbaal. Davide all’inizio passò come un vassallo dei Filistei, ma poi insorse, venne riconosciuto re anche dalle tribù del nord e sconfisse i Filistei. Tutte le tribù del regno vennero così riunite sotto un unico re. Tuttavia neppure sotto Davide vi fu mai una vera e propria unità nazionale. Infatti dopo la morte del diretto successore di Davide, il regno venne nuovamente diviso. Sotto l’aspetto religioso il libro presenta un enorme interesse, poiché ogni fatto e ogni personaggio si prestano a considerazioni profonde su verità fondamentali religiose e morali. Il punto centrale di tutta l’opera e il fine che l’autore sembra essersi proposto è uno sviluppo maggiore e più determinato dell’idea Messianica.
Capitolo 1
[1] Dopo la morte di Saul, Davide tornò dalla strage degli Amaleciti e rimase a Siklag due giorni. [2] Al terzo giorno ecco arrivare un uomo dal campo di Saul con la veste stracciata e col capo cosparso di polvere. Appena giunto presso Davide, cadde a terra e si prostrò. [3] Davide gli chiese: «Da dove vieni?». Rispose: «Sono fuggito dal campo d’Israele». [4] Davide gli domandò: «Come sono andate le cose? Su, dammi notizie!». Rispose: «È successo che il popolo è fuggito nel corso della battaglia, molti del popolo sono caduti e sono morti; anche Saul e suo figlio Gionata sono morti». [5] Davide chiese ancora al giovane che gli portava le notizie: «Come sai che sono morti Saul e suo figlio Gionata?». [6] Il giovane che recava la notizia rispose: «Ero capitato per caso sul monte Gèlboe e vidi Saul curvo sulla lancia: lo attaccavano carri e cavalieri. [7] Egli si volse indietro, mi vide e mi chiamò vicino. Dissi: “Eccomi!”. [8] Mi chiese: “Chi sei tu?”. Gli risposi: “Sono un Amalecita”. [9] Mi disse: “Gettati sopra di me e uccidimi: io sento i brividi, ma la vita è ancora tutta in me”. [10] Io gli fui sopra e lo uccisi, perché capivo che non sarebbe sopravvissuto alla sua caduta. Poi presi il diadema che era sul suo capo e la catenella che aveva al braccio e li ho portati qui al mio signore». [11] Davide afferrò le sue vesti e le stracciò; così fecero tutti gli uomini che erano con lui. [12] Essi alzarono lamenti, piansero e digiunarono fino a sera per Saul e Gionata, suo figlio, per il popolo del Signore e per la casa d’Israele, perché erano caduti di spada. [13] Davide chiese poi al giovane che aveva portato la notizia: «Di dove sei tu?». Rispose: «Sono figlio di un forestiero amalecita». [14] Davide gli disse allora: «Come non hai temuto di stendere la mano per uccidere il consacrato del Signore?». [15] Davide chiamò uno dei suoi giovani e gli disse: «Accostati e aggrediscilo». Egli lo colpì subito e quegli morì. [16] Davide gridò a lui: «Il tuo sangue ricada sul tuo capo. Attesta contro di te la tua bocca che ha detto: “Io ho ucciso il consacrato del Signore!”».[17] Allora Davide intonò questo lamento su Saul e suo figlio Giònata [18] e ordinò che fosse insegnato ai figli di Giuda; è il canto dell’arco e si trova scritto nel libro del Giusto: [19] «Il tuo vanto, Israele, sulle tue alture giace trafitto! Come sono caduti gli eroi? [20] Non fatelo sapere in Gat, non l’annunciate per le vie di Àscalon, perché non ne facciano festa le figlie dei Filistei, non ne gioiscano le figlie dei non circoncisi! [21] O monti di Gèlboe, non più rugiada né pioggia su di voi né campi da primizie, perché qui fu rigettato lo scudo degli eroi; lo scudo di Saul non fu unto con olio, [22] ma col sangue dei trafitti, col grasso degli eroi. O arco di Gionata! Non tornò mai indietro. O spada di Saul! Non tornava mai a vuoto. [23] O Saul e Gionata, amabili e gentili, né in vita né in morte furono divisi; erano più veloci delle aquile, più forti dei leoni. [24] Figlie d’Israele, piangete su Saul, che con delizia vi rivestiva di porpora, che appendeva gioielli d’oro sulle vostre vesti. [25] Come son caduti gli eroi in mezzo alla battaglia? Gionata, sulle tue alture trafitto! [26] Una grande pena ho per te, fratello mio, Gionata! Tu mi eri molto caro; la tua amicizia era per me preziosa, più che amore di donna. [27] Come sono caduti gli eroi, sono perite le armi?».