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Libro di Giobbe
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Libro di Giobbe; NOTA INTRODUTTIVA, Giobbe è il personaggio principale del libro che porta il suo nome. La storia non ci dice niente di lui. La sua figura di “giusto” sembra riferirsi a una tradizione ed anche la sua forma letteraria sembra andare in questa direzione. Giobbe, comunque, non appartiene al popolo ebraico. E’ presentato come un grande patriarca, benedetto da Dio, felice dei suoi beni valutati in armenti, che esercita il sacerdozio, adora il vero Dio; ma non è discendete di Abramo: è uno straniero. In Giobbe il problema è quello del dolore: perché soffre il giusto? La domanda resta senza risposta e il problema senza soluzione. Il dolore rientra nei misteriosi disegni di Dio e aderisce all’uomo quasi per la sua stessa condizione di creatura. Bisogna dunque accettarlo; bisogna amarlo! Sta qui il grande valore didattico del libro.
Capitolo 1
[1] Viveva nella terra di un uomo chiamato Giobbe, integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male. [2] Gli erano nati sette figli e tre figlie; [3] possedeva settemila pecore e tremila cammelli, cinquecento paia di buoi e cinquecento asine, e una servitù molto numerosa. Quest’uomo era il più grande fra tutti i figli d’oriente. [4] I suoi figli solevano andare a fare banchetti in casa di uno di loro, ciascuno nel suo giorno, e mandavano a invitare le loro tre sorelle per mangiare e bere insieme. [5] Quando avevano compiuto il turno dei giorni del banchetto, Giobbe li mandava a chiamare per purificarli; si alzava di buon mattino e offriva olocausti per ognuno di loro. Giobbe infatti pensava: «Forse i miei figli hanno peccato e hanno maledetto Dio nel loro cuore». Così era solito fare Giobbe ogni volta. [6] Ora, un giorno, i figli di Dio andarono a presentarsi al Signore e anche Satana andò in mezzo a loro. [7]Il Signore chiese a Satana: «Da dove vieni?». Satana rispose al Signore: «Dalla terra, che ho percorso in lungo e in largo». [8] Il Signore disse a Satana: «Hai posto attenzione al mio servo Giobbe? Nessuno è come lui sulla terra: uomo integro e retto, timorato di Dio e lontano dal male». [9] Satana rispose al Signore: «Forse che Giobbe teme Dio per nulla? [10] Non sei forse tu che hai messo una siepe intorno a lui e alla sua casa e a tutto quello che è suo? Tu hai benedetto il lavoro delle sue mani e i suoi possedimenti si espandono sulla terra. [11] Ma stendi un poco la mano e tocca quanto ha, e vedrai come ti maledirà apertamente!». [12] Il Signore disse a Satana: «Ecco, quanto possiede è in tuo potere, ma non stendere la mano su di lui». Satana si ritirò dalla presenza del Signore. [13] Un giorno accadde che, mentre i suoi figli e le sue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del fratello maggiore, [14] un messaggero venne da Giobbe e gli disse: «I buoi stavano arando e le asine pascolando vicino ad essi. [15] I Sabei hanno fatto irruzione, li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo». [16] Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «Un fuoco divino è caduto dal cielo: si è appiccato alle pecore e ai guardiani e li ha divorati. Sono scampato soltanto io per raccontartelo». [17] Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I Caldei hanno formato tre bande: sono piombati sopra i cammelli e li hanno portati via e hanno passato a fil di spada i guardiani. Sono scampato soltanto io per raccontartelo». [18] Mentre egli ancora parlava, entrò un altro e disse: «I tuoi figli e le tue figlie stavano mangiando e bevendo vino in casa del loro fratello maggiore, [19] quand’ecco un vento impetuoso si è scatenato da oltre il deserto: ha investito i quattro lati della casa, che è rovinata sui giovani e sono morti. Sono scampato soltanto io per raccontartelo». [20] Allora Giobbe si alzò e si stracciò il mantello; si rase il capo, cadde a terra, si prostrò [21] e disse: «Nudo uscii dal grembo di mia madre, e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!». [22] In tutto questo Giobbe non peccò e non attribuì a Dio nulla di ingiusto.