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Fede e parole
Fede e parole
La fede è un ponte tra l’anima e il divino, un cammino interiore che non si misura con parole, ma con il cuore e le azioni. È fiducia profonda, abbandono alla volontà di Dio, e ricerca della verità oltre l’apparenza del mondo materiale. La fede autentica non è cieca, ma illuminata dalla consapevolezza che esiste qualcosa di più grande dell’ego e dell’illusione del potere.
Tuttavia, molte volte la fede viene distorta e piegata a interessi personali. Le parole sacre, che dovrebbero essere strumenti di amore e speranza, diventano invece armi di manipolazione. Alcuni utilizzano termini come “giustizia divina”, “volontà di Dio”, “punizione per i peccatori” o “segno dei tempi” per giustificare vendette, potere personale o imposizioni sugli altri.
Chi sfrutta la fede per il proprio tornaconto spesso usa:
- “Dio è dalla mia parte” per legittimare azioni egoistiche.
- “Chi non crede è perduto” per condannare gli altri invece di aiutarli a trovare la luce.
- “Questa è la volontà divina” per imporre scelte umane spacciandole per verità assolute.
- “Solo noi abbiamo la verità” per chiudere la porta alla ricerca sincera e personale di Dio.
La vera fede, invece, non impone, non schiaccia, non si appropria di Dio per i propri fini. È umiltà, consapevolezza che nessuno può possedere la verità assoluta, ma tutti possono camminare verso di essa con un cuore puro.
Le parole e nebbia:
Le parole, quando vengono usate senza vera comprensione, diventano una nebbia che avvolge la mente e oscura la verità. Questa nebbia è fatta di suoni vuoti, ripetuti senza consapevolezza, usati per confondere, per controllare o per apparire sapienti senza esserlo. Chi si serve di questa nebbia spesso usa termini profondi e sacri senza comprenderne il significato, trasformandoli in strumenti di potere, paura o autocelebrazione.
Parole come “amore”, “verità”, “giustizia”, “fede”, quando sono pronunciate senza cuore, diventano un’eco sterile, un velo che separa dalla realtà invece di rivelarla. Molti parlano di “Dio”, ma senza cercarlo davvero; invocano la “verità”, ma solo per imporre la propria versione; parlano di “giustizia”, ma la usano per vendetta.
Questa nebbia di parole è l’opposto della fede autentica. La vera fede non ha bisogno di tante parole perché non si nutre di illusioni, ma di esperienza vissuta. Non si perde in discorsi vuoti, ma si manifesta nelle azioni, nella coerenza, nella capacità di amare senza secondi fini. La fede autentica è limpida, non si nasconde dietro frasi costruite per ingannare o confondere. È come una luce che dissolve la nebbia: non serve gridarla, basta seguirla.
Parole vuote:
Oggi le parole sono diventate gusci vuoti, prive di sostanza, strumenti per ingannare più che per rivelare. Si diffondono ovunque, nei governi, nelle religioni, nella società, nell’informazione, come un vento che sembra portare risposte ma in realtà solleva solo polvere. Non servono più a trasmettere verità o saggezza, ma a imporre la volontà di chi le pronuncia sui più deboli.
I potenti le usano per illudere, per far credere di offrire soluzioni quando in realtà costruiscono solo nuovi recinti. Parlano di libertà, ma vogliono controllo; parlano di pace, ma seminano discordia; parlano di progresso, ma costruiscono dipendenza. Le parole, così spogliate della loro verità, diventano solo suoni piacevoli all’orecchio, promesse che non hanno radici, illusioni che cullano la mente di chi soffre, facendogli credere di vedere un’uscita quando in realtà stanno solo camminando in cerchio.
Chi ascolta queste parole si aggrappa ad esse sperando in qualcosa di vero, ma non trova nutrimento, solo un eco che rimbalza nel vuoto. L’unico che si nutre davvero di queste parole è chi le pronuncia, perché attraverso di esse si innalza, si impone, si rafforza sulla fragilità di chi ancora crede che una frase ben detta possa cambiare la realtà.
Ma la verità non ha bisogno di parole belle. La verità si sente, si vive, si riconosce nel silenzio della coscienza, nella coerenza delle azioni, nella luce che non inganna. Chi cerca davvero la via non la troverà nei discorsi del mondo, ma nel risveglio del proprio spirito, lontano dalla nebbia delle parole vuote.
In conclusione, parole, cuore e fede:
Le parole, come specchi deformanti, abbagliano coloro che non hanno un vero cuore o una fede autentica. Chi è privo di una luce interiore si lascia guidare da parole forgiate nell’inganno, parole che non nascono dalla verità ma dall’illusione, e così finisce per ingannare sé stesso. In quelle parole vuote trova un senso fasullo, una direzione costruita sul nulla, e le trasforma nella via della propria finta vita. Così è in tutto: politica, religione, relazioni, società. Il mondo è pieno di voci che parlano senza dire nulla, di promesse che non salvano, di discorsi che danno solo l’illusione di un significato.
Ma la fede autentica si manifesta contro queste parole fatte per la vana gloria e il divismo. La vera fede non ha bisogno di affascinare, di convincere, di imporsi con parole ridondanti: essa esiste e basta. Tutti, se lo volessero davvero, potrebbero comprendere la differenza tra la fede vera e le parole al vento. Ma il problema è che è più facile ascoltare parole che accarezzano l’ego, che illudono e rassicurano, piuttosto che affrontare la profondità della fede.
Perché la fede autentica chiede un prezzo alto: guardarsi dentro. E scrutare sé stessi significa annullare tutte le parole inutili, spogliarsi dell’illusione e affrontare la realtà con coraggio. Ma pochi vogliono farlo. La maggioranza preferisce assecondare chi offre parole al vento, perché è più comodo, più semplice, più rassicurante.
Eppure, la verità rimane lì, ferma e immutabile. Non ha bisogno di molte parole, perché chi la cerca con cuore sincero la riconosce, anche nel silenzio.
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