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Capitolo 3
[1] Queste sono le nazioni che il Signore lasciò sussistere, allo scopo di mettere alla prova per mezzo loro Israele, cioè quanti non avevano visto tutte le guerre di Canaan. [2] Ciò avvenne soltanto per istruire le nuove generazioni degli Israeliti, per insegnare loro la guerra, perché prima non l’avevano mai conosciuta: [3] i cinque prìncipi dei Filistei, tutti i Cananei, quelli di Sidone e gli Evei che abitavano le montagne del Libano, dal monte Baal-Ermon fino all’ingresso di Camat. [4] Queste nazioni servirono a mettere Israele alla prova, per vedere se Israele avrebbe obbedito ai comandi che il Signore aveva dato ai loro padri per mezzo di Mosè. [5] Così gli Israeliti abitarono in mezzo ai Cananei, agli Ittiti, agli Amorrei, ai Perizziti, agli Evei e ai Gebusei; [6] ne presero in moglie le figlie, fecero sposare le proprie figlie con i loro figli e servirono i loro dèi. [7] Gli Israeliti fecero ciò che è male agli occhi del Signore; dimenticarono il Signore, loro Dio, e servirono i Baal e le Asere. [8] L’ira del Signore si accese contro Israele e li consegnò nelle mani di Cusan-Risatàim, re di Aram Naharàim; gli Israeliti furono servi di Cusan-Risatàim per otto anni. [9] Poi gli Israeliti gridarono al Signore e il Signore fece sorgere per loro un salvatore, Otnièl, figlio di Kenaz, fratello minore di Caleb, e li salvò. [10] Lo spirito del Signore fu su di lui ed egli fu giudice d’Israele. Uscì a combattere e il Signore gli consegnò nelle mani Cusan-Risatàim, re di Aram; la sua mano fu potente contro Cusan-Risatàim. [11] La terra rimase tranquilla per quarant’anni, poi Otnièl, figlio di Kenaz, morì. [12] Gli Israeliti ripresero a fare ciò che è male agli occhi del Signore; il Signore rese forte Eglon, re di Moab, contro Israele, perché facevano ciò che è male agli occhi del Signore. [13] Eglon radunò intorno a sé gli Ammoniti e gli Amaleciti, fece una spedizione contro Israele, lo batté e occuparono la città delle palme. [14] Gli Israeliti furono servi di Eglon, re di Moab, per diciotto anni. [15] Poi gridarono al Signore ed egli fece sorgere per loro un salvatore, Eud, figlio di Ghera, Beniaminita, che era mancino. Gli Israeliti mandarono per mezzo di lui un tributo a Eglon, re di Moab. [16] Eud si fece una spada a due tagli, lunga un gomed, e se la cinse sotto la veste, al fianco destro. [17] Poi presentò il tributo a Eglon, re di Moab, che era un uomo molto grasso. [18] Finita la presentazione del tributo, ripartì con la gente che l’aveva portato. [19] Ma egli,dal luogo detto Idoli, che è presso Gàlgala, tornò indietro e disse: «O re, ho una cosa da dirti in segreto». Il re disse: «Silenzio!» e quanti stavano con lui uscirono. [20] Allora Eud si accostò al re che stava seduto al piano di sopra, riservato a lui solo, per la frescura, e gli disse: «Ho una parola di Dio per te». Quegli si alzò dal suo seggio. [21] Allora Eud, allungata la mano sinistra, trasse la spada dal suo fianco e gliela piantò nel ventre. [22] Anche l’elsa entrò con la lama; il grasso si richiuse intorno alla lama. Eud, senza estrargli la spada dal ventre, uscì dalla finestra, [23] passò nel portico, dopo aver chiuso i battenti del piano di sopra e aver tirato il chiavistello. [24] Quando fu uscito, vennero i servi, i quali guardarono e videro che i battenti del piano di sopra erano sprangati; pensarono: «Certo attende ai suoi bisogni nel camerino della stanza fresca». [25] Aspettarono fino a essere inquieti, ma quegli non apriva i battenti del piano di sopra. Allora presero la chiave, aprirono, ed ecco che il loro signore era steso per terra, morto.[26] Mentre essi indugiavano, Eud era fuggito e, dopo aver oltrepassato gli Idoli, si era messo in salvo nella Seirà. [27] Appena arrivato là, suonò il corno sulle montagne di Èfraim e gli Israeliti scesero con lui dalle montagne ed egli si mise alla loro testa. [28] Disse loro: «Seguitemi, perché il Signore vi ha consegnato nelle mani i Moabiti, vostri nemici». Quelli scesero dopo di lui, occuparono i guadi del Giordano in direzione di Moab, e non lasciarono passare nessuno. [29] In quella circostanza sconfissero circa diecimila Moabiti, tutti robusti e valorosi; non ne scampò neppure uno. [30] Così in quel giorno Moab fu umiliato sotto la mano d’Israele e la terra rimase tranquilla per ottant’anni. [31] Dopo di lui ci fu Samgar, figlio di Anat. Egli sconfisse seicento Filistei con un pungolo da buoi; anch’egli salvò Israele.