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Sapienza
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Libro della Sapienza NOTA INTRODUTTIVA La Sapienza è rappresentata dall’autore come un’energia che discende da Dio e diviene più interiore all’uomo di quello che egli non sia a se stesso. La Sapienza conduce a Dio, e condanna chiunque la respinga. Dietro le apparenze della vita sensibile si compie un processo di vita e di morte, il cui punto di discriminazione è la Sapienza accolta o respinta. Un giorno questo lavorio silenzioso e nascosto apparirà: il giusto affronterà fiducioso il giudizio divino, mentre gli empi riconosceranno troppo tardi il loro errore.
[1] Amate la giustizia, voi giudici della terra, pensate al Signore con bontà d’animo e cercatelo con cuore semplice. [2] Egli infatti si fa trovare da quelli che non lo mettono alla prova, e si manifesta a quelli che non diffidano di lui. [3] I ragionamenti distorti separano da Dio; ma la potenza, messa alla prova, spiazza gli stolti. [4] La sapienza non entra in un’anima che compie il male né abita in un corpo oppresso dal peccato. [5] Il santo spirito, che ammaestra, fugge ogni inganno, si tiene lontano dai discorsi insensati e viene scacciato al sopraggiungere dell’ingiustizia. [6] La sapienza è uno spirito che ama l’uomo, e tuttavia non lascia impunito il bestemmiatore per i suoi discorsi, perché Dio è testimone dei suoi sentimenti,conosce bene i suoi pensieri e ascolta ogni sua parola. [7] Lo spirito del Signore riempie la terra e, tenendo insieme ogni cosa, ne conosce la voce. [8] Per questo non può nascondersi chi pronuncia cose ingiuste, né lo risparmierà la giustizia vendicatrice. [9] Si indagherà infatti sui propositi dell’empio, il suono delle sue parole giungerà fino al Signore a condanna delle sue iniquità, [10] perché un orecchio geloso ascolta ogni cosa, perfino il sussurro delle mormorazioni non gli resta segreto. [11] Guardatevi dunque da inutili mormorazioni, preservate la lingua dalla maldicenza, perché neppure una parola segreta sarà senza effetto; una bocca menzognera uccide l’anima. [12] Non affannatevi a cercare la morte con gli errori della vostra vita, non attiratevi la rovina con le opere delle vostre mani, [13] perché Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. [14] Egli infatti ha creato tutte le cose perché esistano; le creature del mondo sono portatrici di salvezza, in esse non c’è veleno di morte, né il regno dei morti è sulla terra. [15] La giustizia infatti è immortale.[16] Ma gli empi invocano su di sé la morte con le opere e con le parole; ritenendola amica, si struggono per lei e con essa stringono un patto, perché sono degni di appartenerle.